Giovanni Dolcinotti - La Nostra Storia
Postato da GIOVANNI DOLCINOTTI
Giovanni Dolcinotti - La Nostra Storia
Quando dopo le 16 terminata la scuola mi incamminavo verso una tessitura che mi attirava per quel suono ovattato continuo dello sbattere dei telai, per quei fumi bianchi che uscivano dai camini delle caldaie, per quel cancello che si apriva e i chiudeva inghiottendo camion con scritto quali: FILATI – TESSUTI che chissà quanto avrei dato per poterli vedere toccare, annusare.
Un freddo pomeriggio di maggio mentre come al solito curiosavo, una lancia Aprilia si fermò accanto a me e dal finestrino un signore mi invitò ad entrare in fabbrica: cercava un ragazzo da poter inserire nella sua azienda per farlo crescere come si usava a quei tempi, come lui voleva.
Da quel giorno io entrai nel mondo che mi avrebbe coinvolto per tutta la mia vita. Al mattino pima delle sei entravo in tessitura, il rumore delle navette che andavano avanti e indietro era assordante, bisognava urlare per farsi sentire quando si voleva qualche spiegazione.
Ma la bellezza era vedere che dall’ordito e della trama usciva una tela che si poteva accarezzare e mentre lei costruendosi si arrotolava sui portarotoli del telaio. Non erano importanti le ore che si passavano in tessitura, il tempo volava e tra incorsare, annodare e scaricare le pezze purtroppo era ora dell’altro turno, già perché i turni erano continui per 24 ore compreso il sabato e la domenica.
Dopo aver capito bene come si svolgevano le varie fasi della tessitura mi aspettava un’altra avventura.
Dalla tela al damascato il passo verso la confezione di lenzuola e copriletti divenne obbligatorio e iniziammo a produrre con i nostri tessuti biancheria per la casa.
Certo i vecchi telai non supportavamo le enormi richieste del mercato e allora passammo a telai super moderni che ancor oggi sono il fiore dell’occhiello delle moderne tessiture: i Telai Sulzer. Certo un operatore non faceva andare solo due telai ma due addetti bastavano a fare girare una sala intera di 20 telai.
Ma io ormai li guardavo solo con affetto perché ero ormai impegnato a produrre completi per il letto, la tavola e il bagno.